When, this morning, my radio alarm woke me up, the 8 am news voice announced Trump’s victory at the US Elections.
I was still under the blankets, outside it was raining, it was surely cold, and I really couldn’t think about a decent reason to move and get out from where I was.
After few minutes, the same voice announced the death of Raoul Coutard, the historical cinematographer of almost all the film-makers of the Nouvelle Vague era.
“At this point - I said to myself - I’ll stay in bed all day!”
On the set of À bout de Souffle - Godard, Coutard and Belmondo
Raoul Coutard was born in 1924 and he became a war photographer during the Indochina War (he lived in Vietnam for 11 years). Back to Paris, he started to freelancing for magazines like Paris Match and Look. He entered into the cinema world - quite incidentally - in 1956: he was hired as a cinematographer on a movie while he was convinced his job was just to take production stills! But his breakthrough is dated 1959 and it is called… À bout de Souffle! His collaboration with Jean-Luc Godard has been the most prolific of his career. They have worked together constantly between 1959 and 1967. What they did on their first movie, though, was the beginning of a revolution, with people filming in the streets of Paris, while until that moment the cinema was exclusively shot in studios. Coutard also worked on many François Truffaut’s movies : Tirez sur le pianist, Antoine et Colette, Jules et Jim, La Peau Douce et La Mariée était en noir, but also with Jacques Demy on his first magnificent film, Lola. He was a real master of both colour (think about Le Mépris!) and black & white (Jules et Jim!!!).
On the set of Le Mépris in Capri, with Godard
On the set of Lola by J. Demy with A. Aimée
While searching for pictures of Coutard to accompany this post, I realized that in almost all of them he has a camera in his hands, and very often he is in weird or even dangerous places to shoot! Le vrai homme à la camera, no doubt, c’était lui…
With J. Demy on the set of Lola, Nantes
Filming of À bout de souffle in the streets and on the roofs of Paris
On the set of Tirez sur le Pianiste by F. Truffaut
On the set of Antoine et Colette with F. Truffaut
And this is the famous "générique parlé" at the beginning of Le Mépris: the guy behind the camera, is Coutard. The only reason why I woke up today, was writing about him in this post.
Più invecchio e più i film “carini” mi danno addosso. Quei film che non si può dire che siano brutti ma nemmeno che siano belli. Quei film che ti domandi perché mai un regista si dovrebbe sbattere per anni (perché fare cinema prende un sacco di tempo) per raccontare una storia così, una storia che in fin dei conti ti dimenticherai nei tre minuti netti che ci metterai a coprire la distanza tra la sedia su cui stai seduto e la porta di uscita del cinema.
Il più delle volte si tratta di cose già viste mille volte. Inquadrature che le vedi arrivare da lontano, con una minima quota di film in memoria. E non importa che ci siano poi delle cose interessanti, che gli attori siano bravi, o bravini, e che a volte si ride anche (perché commuoversi, no, quello mai, perché in film così l’emozione vera non esiste).
Ora, se sei un regista al tuo primo film, a me questa cosa sembra ancora più grave.
Perché uno nel primo film vuole buttare dentro tutto, sbranare, fare errori, sporcarsi: chissà se lo fa, infatti, il secondo film.
Forse il problema è che qui il regista sa di poterlo fare di sicuro, un altro film.
E lo sa perché di nome fa Louis e di cognome Garrel.
Attore bravo ma non eccelso, Garrel ha fatto fino ad ora una buona carriera, un po’ grazie ai film del padre Philippe, un po’ grazie a quelli di Valeria Bruni Tedeschi (che è stata sua compagna per diversi anni), ma soprattutto grazie a quelli di Christophe Honoré.
Dopo tre cortometraggi (ne ho visto solo uno e devo dire che non era male: Le Petit Tailleur), ha ora diretto il suo primo lungo, Les Deux Amis, presentato in una sezione collaterale all’ultimo Festival di Cannes e ora approdato sugli schermi parigini.
Scritto da lui e da Honoré, il film ha per protagonisti due amici: Abel e Vincent. Entrambi 30enni che lo sa il Signore come si mantengono, passano le loro giornate a cazzeggiare. Vincent un giorno si innamora di una ragazza che serve bibite e panini in un chioschetto della Gare du Nord. Disperato perché la ragazza, dopo un primo approccio positivo, non lo vuole più vedere, chiede consiglio all’amico, evidentemente più sgamato in fatto di donne e pure di cose del mondo in generale. Per convincere Mona a restare con Vincent, alla fine i tre si ritroveranno a passare del tempo tutti insieme. La ragazza nasconde un segreto che loro scopriranno solo alla fine del film (lo spettatore no, lo sa subito: Mona è in libertà vigilata e la sera deve rientrare in prigione, quindi sta facendo cazzate su cazzate a restare in giro con loro). Ovviamente: le cose si complicano, a Mona piace l'uomo sbagliato, l’equilibrio dello strano trio vacilla, l’amicizia tra i due uomini pure.
Ora, ditemi voi se questa storia, già solo io a scriverla e voi a leggerla, non vi sembra il più grande déjà-vu della storia del cinema. Ed è proprio questo, il problema: che ti immagini tutto, e che tutto si svolge esattamente come avevi immaginato. Senza sorprese, senza un briciolo di profondità sui personaggi, sulle loro vite, sulle loro ragioni. E il tocco, il tono che vorrebbe essere leggero, a me sembra solo superficiale. E non basta, vorrei dire al nostro caro Louis, mettere una citazione da Jules & Jim per salvarsi dal confronto: "Abel, questa no, Abel!" Eh, appunto, questa proprio no, non ci voleva, Louis. E non basta mettere al centro di un caffé deserto una donna che balla (per quanto bella, sensuale e carismatica come Golshifteh Farahani) per ricreare la magia di Bande à Part, né fare un omaggio al babbo tuo facendo partecipare come comparse i tre protagonisti ad un film sul Maggio ’68 che sembra proprio essere Les Amants Reguliers (con un triplo carpiato, per altro, dato che il protagonista di quel film eri tu).
E non basta nemmeno farsi aiutare da Honoré a scrivere un film che sembra la brutta copia di un film di Honoré (che stia attento pure lui, che dopo quella stronzata galattica di Métamorphoses e la sceneggiatura di questo film ne ha parecchie, di cose da farsi perdonare) o dare la parte dell’amico a Vincent Macaigne, sapendo che si tratta di un bravo attore (sì, che però fa SEMPRE la parte dello svampitone simpatico e pacione e magari anche cambiare registro gli farebbe bene).
Tu, certo, niente da dire, Louis, con quella meravigliosa gueule de cinéma puoi stare sullo schermo all’infinito e noi non ci lamenteremmo mai, però pure tu uno sforzino per ampliare la tua palette di recitazione lo potresti fare.
Louis Garrel nella scena finale di Les Amours Imaginaires di X. Dolan
Ma soprattutto, ed è questo che non ti perdono, non puoi pensare di fare un film à la Xavier Dolan. Perché lo so che non lo ammetteresti nemmento sotto tortura, ma era quello che stavi carcando disperatamente di fare. Senza riuscirci. Il talento di Dolan ce l’hanno in pochissimi e, soprattutto, sono in pochissimi a fare dei film come i suoi, dove senti che quello che ha da dire o lo dice o muore, e per arrivarci non ha paura di niente: né di far scorrere fiumi di pellicola, né di essere sopra le righe, né di esagerare, né di buttarci sopra un quintale di trippe.
Che tu, evidentemente, non hai.
Ma provaci ancora, Louis, magari sarà proprio il secondo film a rivelare che un'anima, in fondo, ce l'hai anche tu.
Quando si è appassionati di cinema, di solito si ama tutto di un film, titoli di testa e titoli di coda compresi, per non parlare del poster creato per distribuirlo. Nei cento e passa anni della storia del cinema, ci sono stati uomini che hanno saputo elevare il poster cinematografico a vera e propria opera d'arte, primo fra tutti quel genio assoluto di Saul Bass. E' a lui che si devono il poster e i titoli di testa più meravigliosi dell'universo terracqueo, quelli di Vertigo di Alfred Hitchcock e, in tempi più recenti, quelli straordinari di The Age of Innocence di Martin Scorsese (grande fan di Saul Bass, al quale non sembrava vero di poter collaborare con lui).
Personalmente, subisco moltissimo il fascino della grafica di un film, e ho elaborato una teoria secondo la quale meno curati sono i titoli di testa di un film e meno bello è il film in questione (sarà per questo che Vertigo nell'ultimo sondaggio di Sight & Sound è stato dichiarato miglior film di tutti i tempi?). Un po' per questo, un po' perché ho la casa tappezzata di poster cinematografici, un giorno su Facebook la mia attenzione è stata attirata da quanto veniva postato regolarmente da un mio amico, Stefano Reves Spalluto. Oddio, ad essere sinceri, "amico" è una parola grossa. Io e Stefano siamo amici su Facebook senza mai esserci né visti né sentiti. Un grande classico dell'era moderna, secondo il quale si familiarizza con alcune persone semplicemente perché si hanno degli amici e dei gusti in comune. Ecco, quando sento parlare male dei social networks, io certe volte vorrei fare degli esempi come questo, perché non è vero che allontanano, nella mia esperienza quasi sempre avvicinano, e sono anche fonte di straordinarie scoperte. Insomma mi sono accorta che Stefano pubblicava sulla sua pagina dei poster di cinema alternativi notevolissimi! Al terzo consecutivo, ero completamente conquistata: i poster erano bellissimi e i film che sceglieva pure. Così gli ho scritto, chiedendogli di mandarmene un po' da vedere, perché mi sarebbe piaciuto parlarne nel blog. Stefano era assai stupito: da persona brava ed intelligente, possiede anche quella qualità sempre più rara da trovare in giro che è l'umiltà (e mi ha citato la famosa battuta di Groucho Marx secondo la quale non vorrebbe mai fare parte di un club che lo annoveri tra i suoi iscritti). Anche quando gli ho chiesto una piccola bio di presentazione, le sue parole sono state queste: Credo non esista nulla di meno interessante. Sono un contadino del sud, 28enne, da sempre sostenitore di una sana senilità, con delle basi di photoshop e tanta fiducia nel proprio senso estetico (aggiungere altro sarebbe civetteria). Sarà pure sostenitore di una sana senilità, il nostro Stefano, ma guardate che belle cose riesce a fare (alla fine, ho deciso di pubblicare tutti i lavori che mi ha mandato, talmente mi piacevano):
M - The Monster of Düsseldorf- Fritz Lang (1931)
Citizen Kane - Orson Welles (1941)
The Three Caballeros - Norman Ferguson (1944)
À bout de souffle - Jean-Luc Godard (1959)
Psycho - Alfred Hitchcock (1960)
La Notte - Michelangelo Antonioni (1961)
Jules et Jim - François Truffaut (1962)
Le Mépris - Jean-Luc Godard (1963)
Le Vacanze Intelligenti (episodio da Dove vai in vacanza?) - Alberto Sordi (1978)
Wittgenstein - Derek Jarman (1993)
Quello che adoro nei poster di Stefano è che tutto ruota intorno ad un piccolo ma fondamentale dettaglio: dalle finte ali del piccolo Wittgenstein alla macchina che si butta nel lago di Jules et Jim, dalla planimetria della Casa Malaparte di Le Mépris alla boule de neige di Citizen Kane, la trama, lo stile, il messaggio di un film è subito intuito. I suo poster sono una piccola scossa elettrica anticipativa: ti mettono l'acquolina in bocca prima di cominciare a mangiare tutta quella roba buonissima. Quando Stefano è stato così gentile da chiedermi se c'era un poster di cinema alternativo che avrei voluto per il blog, non ho resistito a chiedergli di inventarsi questo:
In the Mood for Love - Wong Kar-Wai (2000)
Non so voi, ma io trovo che la canotta di Tony Leung sia un po' il suo capolavoro. Bravo, Stefano!
Zazie is about to go on holiday, but this doesn’t mean that the city where she lives stop going to the movies... unfortunately!
Even if I’m very happy to go away for a while, I know that I will surely miss all the great things that will happen while I’m not here. So, for friends and readers staying in town, these are the cinema things you absolutely can’t miss in Paris this summer!!!
John Cassavetes Movies
Five of the greatest movies by American director John Cassavetes have been restored and are now distributed in Paris cinemas. Don’t miss masterpieces like Opening Night, A woman under influence, Shadows, Faces and Death of a Chinese bookmaker.
I personally watched Opening Night last saturday and I found it absolutely modern, intense and very powerful. Gena Rowlands is to die for. I strongly suggest you to see them all!
Lola by Jacques Demy
A restored version (un grand merci à Ciné-Tamaris, Fondation Gan pour le Cinéma et Fondation Technicolor!) of the masterpiece by Jacques Demy, Lola (1961), will be out in Paris cinemas on July 25. Isn’t that great?
And for you lucky people who are going to be in town today, July 26, at the Cinéma Arlequin there will be a special screening at 8 pm with Agnès Varda (Jacques Demy’s widow) and adorable French actress Anouk Aimée (who played Lola).
Don’t miss this enchanting movie and the presence of two great ladies of French cinema (and of cinema tout court!).
50th Anniversary of Jules & Jim by François Truffaut
Oh, yes, could you believe it? 50 years have passed since the creation of one of the most unforgettable movies of all cinema history. Now you can watch it seated in a comfortable cinema seat in a restored and shiny version. What are you waiting for? RUN!
Parc de la Villette – Cinéma en plein air (July 25 – August 26)
La Villette is back as every summer with a nice program of movies en plein air. This year’s theme is “Métamorphoses”. What I really like about this event is that, usually, contemporary movies are not contemplated. There is always a bunch of interesting films from different times and different parts of the world. This year, you can see some fabulous movies by David Cronenberg, Michel Gondry, Michael Mann, Clint Eastwood, Spike Jonze, Don Siegel, Milos Forman, Ken Loach, Tim Burton, François Ozon and many others.
Cinéma au Clair de Lune – 12th Edition (August 1-12)
The Forum des Images takes its Quartiers d'été as every summer in the street of Paris for my favourite cinéma en plein air, the one Au Clair de Lune! The idea is to see movies set in Paris in the same area of the city where they have been filmed. A couple of years ago, for example, I have seen A bout de Souffle by Godard in a garden on the Champs Elysées... useless to say, it was great! In this year's edition there are two movies I simply adore: César et Rosalie by Claude Sautet (1972) and Les Demoiselles de Rochefort by Jacques Demy (1967). I have to confess this last one is set in Rochefort and I dond't understand what it has to do with Les Invalides where it is going to be showned but who cares: any excuse is good to see this adorable movie by my beloved Demy!
Yesterday morning I mixed up the time of my yoga class. I wasn't the only one, though. A couple of other girls made my same mistake and we were outside the gym 45 minutes before the lesson. I live in front of the gym, so I suggested to have a coffee (an Italian one!) at my place while waiting for the right time, and they accepted. Even if we see each other every week, we don't know anything about our lives. So, when they entered into my apartment and simultaneously asked me: Do you love cinema? Are you working in cinema?, I was a bit surprised. Well, I don't work in cinema but cinema is my biggest passion, I asnwered. Why did you think that? They looked around and they made a gesture with their hands, pointing at some cinema posters I had in my living room. Uhm... I see... I guess I need to face reality. When I was back from yoga, I decided to count all the cinema things I had on my walls. In a 38 square meters apartment, I actually managed to have 8 movie posters, 10 film pictures, one stage program, and a couple of doors covered with cinema stuff. Yes, I know, I am THAT obsessed. I declare myself guilty, ladies and gentlemen of the jury, and this is the evidence:
Zazie dans le métro by Louis Malle (of course!!!)
Ingrid Bergman Smile in Indiscreet by Stanley Donen
Roman Holidays by William Wyler... a classic!
Audrey Hepburn in a Philippe Halsman picture
Michael Caine in The Ipcress File by Sidney J. Furie
In The Mood for Love by Wong Kar-Wai (much more than a simple movie to me!)
In The Mood for Love Collection Pictures 1
In The Mood for Love Collection Pictures 2
In The Mood for Love Collection Pictures 3
In The Mood for Love Collection Pictures 4
In The Mood for Love Collection Pictures 5
In The Mood for Love Collection Pictures 6
In The Mood for Love Collection Pictures 7
Jules et Jim by François Truffaut (Poster 1)
Jules et Jim by François Truffaut (Poster 2)
A bout de souffle by Jean-Luc Godard
A bout de Souffle again! (poster of the pictures exhibition by R. Cauchetier)
La Notte by Michelangelo Antonioni (my favourite italian movie of all time)
Stage program of Embers by C. Hampton with Jeremy Irons (che ve lo dico a fare??!)
And I leave you with a little (and adorable) Zazie's thing: