domenica 20 novembre 2011

Vivement Trintignant!

L'altra mattina mi stavo preparando per andare al lavoro e, come al solito, avevo in sottofondo la mia radio preferita, che trasmette musica jazz 24 ore su 24.
La stavo ascoltando distrattamente, ma ad un certo punto lo speaker ha fatto un nome che ha attirato la mia attenzione, quello di Jean-Louis Trintignant, un attore che adoro. Subito dopo, la sua voce ha fatto irruzione nel mio bagno. Trintignant stava leggendo una poesia di Boris Vian, Je voudrais pas crever (Non vorrei morire), ritmata dal suono di un violoncello. E allora nel mio bagno ha fatto irruzione anche il sublime. Senza neanche rendermene conto, avevo chiuso l'acqua e stavo con lo spazzolino a mezz'aria. La verità è che una non se lo aspetta di provare emozioni simili alle otto del mattino mentre si sta lavando i denti. Come faccio a spiegarvi quello che ho provato? Nello spazio di due minuti Trintignant mi ha fatto capire quanto la poesia sia un'arte fondamentale, perché arriva a toccare mondi interiori che praticamente non sapevamo di avere, e mi ha dimostrato che un grande attore nemmeno ha bisogno di uno schermo per rapirti e portarti via. Basta la voce.
Quello stesso giorno, cercando il testo della poesia, mi sono resa conto che Trintignant sta portando in giro per la Francia uno spettacolo in cui recita, giustappunto, poesie di Boris Vian, Jacques Prévert e Robert Desnos, accompagnato da un violoncello e un accordéon, e che questo week-end lo spettacolo era a Parigi, al teatro dell'Odéon. Detto fatto, ieri sera mi sono ritrovata con un gruppo di amici seduta (in prima fila! miracoli dell'entusiasmo) in questo bellissimo teatro parigino. Sul palco, assolutamente spoglio, tre sedie: due per i musicisti e una per l'attore. Trintignant, 81 anni il mese prossimo, tutto vestito di nero, nascondeva nello sguardo qualcosa di infantile e lanciava sorrisi che erano lampi estremi di giovinezza. Per un'ora e trenta minuti (ma per me come per tutti sarebbe potuto andare avanti pure per altre tre ore comode) ci ha letteralmente incantati con la sua voce. Quei due minuti di emozione assoluta che avevo provato ascoltandolo per radio, si sono moltiplicati per novanta. Trintignant sul palco emana la pace di un uomo che non ha niente da dimostrare. Cosa ci può essere di più semplice ed essenziale di un attore seduto su una sedia che dice poesie? Eppure si percepiva tra le righe, nelle pause, dietro gli occhi, tutta la complessità della vita umana, della sua come della nostra, e della sofferenza, mista a felicità, che la compongono, il tutto velato da quel sottile senso di ironia che è sempre stato uno dei suoi tratti caratteristici. Ho ripensato a quando Truffaut lo aveva cercato per recitare in Vivement Dimanche! e lui gli aveva detto: Sapevo che prima o poi mi avreste chiamato. Ho pensato spesso, vedendo i vostri film, che avrei potuto recitare alcuni dei vostri personaggi. E Truffaut incuriosito gli aveva chiesto: Ah, sì, e quali? E Trintignant: Tutti quelli che avete interpretato voi! Del resto, narra la leggenda che Spielberg volesse proprio lui per la parte dello scienziato francese di Close encounters of the third kind e che, a causa degli impegni di Trintignant, avesse poi ripiegato su Truffaut.  
Trintignant ha recitato in film bellissimi, sarebbe impossibile citarli tutti qui, ma quelli in cui io l'ho amato di più, Vivement Dimanche! a parte, sono stati Ma Nuit Chez Maud di Eric Rohmer e Film Rosso di Krzysztof Kieslowski. C'era qualcosa di veramente speciale, in quei personaggi, come se l'attore stesse rivelando una parte intima di se stesso. Timido nel primo, burbero nel secondo, ma entrambi di un'umanità disarmante, di una qualità superiore, sottile ma potentissima. E poi quella voce! Quando ieri sera, durante lo spettacolo, ha letto la lettera che Desnos ha scritto alla moglie prima di morire, le lacrime hanno iniziato a scorrere a fiumi. Almeno le mie. E quando si è alzato alla fine per ricevere gli applausi (lunghissima standing ovation da parte di tutto il teatro, ça va sans dire!) quell'uomo piccolo e vecchio vestito di nero sembrava occupare da solo tutto lo spazio di quell'enorme palcoscenico.
Ai grandi attori, succede così.
  

2 commenti:

  1. deve essere stato davvero bellissimo!!!!!
    fede-piperita

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  2. Eh, sì, cara Piperita, proprio bellissimo, devo dire!

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