mercoledì 25 febbraio 2015

Vincent n'a pas d'écailles

Qual è il vostro super-eroe preferito?
Superman? Batman? Spiderman? Uno degli X-Men? Birdman? Vabbè, lasciatevelo dire, siete veramente mainstream. Il mio super-eroe preferito è francese e si chiama Vincent.
Vincent sembra un ragazzo qualsiasi che lascia la grande città per andare a vivere in un posto più a contatto con la natura, nel sud della Francia. Si capisce che gli piace un sacco stare in acqua, e infatti ha scelto un luogo pieno di fiumi e laghi. Di lavoro fa il manovale sui cantieri e sembra un tipo solitario, anche se molto gentile. Una sera, per caso, conosce una ragazza, Lucie, e se ne innamora, ricambiato. 
E' proprio a Lucie che Vincent decide di raccontare il suo segreto: a contatto con l'acqua, la sua forza si moltiplica, e lui riesce a fare praticamente qualsiasi cosa. Senz'acqua, però, è una persona del tutto normale. Un litigio su un cantiere metterà Vincent nei guai e lo costringerà a fare delle scelte che non aveva previsto. Riuscirà a mettersi in salvo, il nostro super-eroe?
Vincent (Thomas Salvador) e Lucie (Vimala Pons)
Scritto, diretto e interpretato da Thomas Salvador (ma dimmi dove sei stato fino ad ora, ti prego!), quest'opera prima (!!!) è un regalo piovuto dal cielo. E non uso il verbo piovere a sproposito. 
Sono andata al cinema senza saperne molto, attirata da un trailer che, per una volta, anziché mostrare tutto il film con un montaggio mozzafiato e da cardiopalma e una musica che incalza roboante, faceva venire solo una grande curiosità. Vincent n'a pas d'écailles (Vincent non ha squame) dura pochissimo (un'ora e venti minuti scarsi) ma è in assoluto una delle cose più tenere, divertenti e geniali che io abbia mai visto sullo schermo. 
Una di quelle sorprese per cui vale la pena vivere, insomma.
Più che un super-eroe, Vincent è un super-antieroe.
Mingherlino e secco secco, con un'aria stralunata, si aggira per le strade con l'aria di volersi scusare di esistere. Il film non spiega da dove arrivino questi suoi poteri (ottima idea, chi se ne importa?), e svela a poco a poco, senza fretta, che il protagonista ha qualcosa di speciale. Gli effetti speciali del film, leggo con mio grande stupore e ancora più grande ammirazione, non sono per nulla digitali. C'è molto di meccanico e un pizzico di magia circense. Detto così sembra niente ma vi assicuro che vedendo il film questa cosa ha del prodigioso.
Con una sceneggiatura essenziale e pochissimi dialoghi, Thomas Salvador ha dato vita ad un personaggio indimenticabile, anche grazie alla sua interpretazione, dimessa ma di grande forza. 
E anche se disseminati con molta noncuranza, ci sono comunque tutti gli elementi tipici del genere: l'eroe che nasconde i suoi poteri, l'eroe che incontra la sua bella e decide di svelarsi, l'eroe che di fronte al pericolo accorre in soccorso (la scena in cui Vincent butta una betoniera su una macchina è da urlo!), la fuga rocambolesca con le forze dell'ordine alle calcagna, la corsa (in questo caso la nuotata) verso la libertà.
Non mancano neppure delle strizzate d'occhio agli altri film di super-eroi (quelli, per così dire, "veri"): il famoso bacio di Spiderman 2 (solo che a stare appesa a testa in giù è la ragazza) e una finta trasformazione alla Hulk. J'adore!
Ma quando Vincent si mette la muta (sarà questa, la sua tuta da super-eroe?) per affrontare l'oceano, la macchina da presa lo segue correre sulla spiaggia come Antoine Doinel nell'ultima scena dei 400 coups di Truffaut. Perché siamo pur sempre in Francia, e anche i super-eroi, da piccoli, hanno mangiato pane e Nouvelle Vague. 
E se Vincent non ha le squame, in quanto a cinema non gli manca proprio niente!

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