domenica 24 giugno 2012

Bertolucci, Ti voglio bene!

Una settimana fa è morto il regista Giuseppe Bertolucci.
Fratello minore di Bernardo e secondogenito del poeta Attilio, è stato forse il Bertolucci meno conosciuto ma non per questo meno interessante. 
Ci sono registi a cui a volte ci si affeziona anche solo per un film, e per me con Bertolucci è stato così. Non ho visto tutte le sue opere, non conosco bene la sua produzione, ma lui è il regista e lo sceneggiatore (insieme a Benigni) di Berlinguer Ti voglio bene, e tanto mi basta. 
Ho visto questo film moltissimi anni dopo la sua uscita, grazie ad un caro amico fiorentino, e non a caso. Berlinguer Ti voglio bene è un vero e proprio caso di film culto, in Toscana. Tutti lo conoscono, tutti lo hanno visto, e in tanti citano le sue battute a memoria, come fosse una sorta di Rocky Horror Picture Show nostrano.  
Film del 1977, Berlinguer Ti voglio bene è stato girato in soli 28 giorni nella zona di Prato e dintorni, e quando è uscito è stato un vero e proprio fiasco (in parte dovuto al fatto che fosse vietato ai minori di 18 anni). Protagonista assoluto della pellicola è il giovane Cioni Mario, interpretato dallo stesso Benigni (all'epoca 25enne): giovane operaio che vive con la madre in un casolare isolato, Cioni passa il suo tempo con gli amici al bar, a vedere film porno al cinema, ad andare con prostitute, o a vagare per la campagna toscana facendo a voce alta ragionamenti sconclusionatissimi sulla vita, l'amore, le donne.  
Cioni Mario, un mito
Classico esempio di film troppo avanti rispetto al suo tempo, Berlinguer Ti voglio bene fa parte di una piccola nicchia di film italiani dalla comicità surreale, intelligente, provocatoria, dissacrante e al tempo stesso poetica, di cui si sente sempre più la mancanza. 
Bertolucci e Benigni, scrivendolo, e poi girandolo, non hanno avuto paura di niente, né dal punto di vista dei contenuti, né dal punto di vista dello stile. In questo senso, la scena più indimenticabile del film è un lungo piano sequenza di Cioni Mario che alla notizia (in realtà una bufala) della morte della madre, si mette a vagare per la campagna recitando un monologo infarcito di scurrilità, parole incomprensibili e parolacce. E' una scena potentissima che lascia assolutamente sconvolti. Ho letto da qualche parte che Bernardo Bertolucci si commuoveva di fronte ai piani sequenza di Godard, ma vorrei dirgli che anche quelli di suo fratello non erano niente male! Guardate qua:


Il film è anche irresistibile perché riesce ad ironizzare su quelle cose tipiche degli anni '70, come i dibattiti politici e culturali all'epoca tanto in voga, facendosi beffe di quei discorsi che oggi verrebbero considerati parte del politically correct e che all'epoca facevano capolino forse per la prima volta. Anche in questo caso, guardate che gioiello è la scena della tombola alla quale fa seguito un dibattito culturale sulla parità uomo - donna (la mitica frase:  "Sospensione di ricreativo, principia avviare il culturale" è una delle cose che mi hanno fatto più ridere al cinema in tutta la mia vita):

Il film è sorprendente anche nelle scelte del cast: a parte una serie di attori locali e altri non -professionisti, nel ruolo della madre di Cioni troviamo un'inedita Alida Valli. Attrice bravissima e coraggiosa, qui ci regala una prova lontana anni luce dai film di Visconti in cui eravamo abituati a vederla. Grandiosa:

Berlinguer Ti voglio bene è un film bellissimo perché totalmente libero. E' ribelle nel senso più nobile del termine, perché si fa beffe di tutto: religione, politica, convenzioni sociali, ma lo fa in maniera sincera, spontanea, quasi infantile. C'è una gioia incontenibile e una punta di tristezza profonda che ne fanno un oggetto-film davvero bizzarro ma assolutamente irresistibile. Insomma, lo avrete capito, io questo film lo amo.
Qualche anno fa, mi è capitato di incontrare Giuseppe Bertolucci dietro le quinte di uno spettacolo di Benigni: eravamo nella stessa stanza ma non ho avuto il coraggio di dirgli niente. Stranamente, non ho seguito una delle regole d'oro della mia vita, ovverosia: quando incontri qualcuno che fa delle cose che ami, diglielo, perché potrebbe non esserci più un'altra occasione. Non so come me la sono lasciata sfuggire, quel giorno, l'occasione.  Di dirgli quanto mi fosse piaciuto il suo film, di quanto lo considerassi speciale. Allora lo faccio oggi, grazie al mio blog, sperando che da qualche parte il mio messaggio gli arrivi: Bertolucci, Ti voglio bene!

Questo post lo dedico ad Andrea Parigi, l'amico grullo che mi ha fatto conoscere il film! 

2 commenti:

  1. «Io ora vo a casa. Mi lavo e me lo sciacquo bene. Uscirò gaudioso, per l'atto matriale che vado a sperimentare. Non pretendo, vero, per quattromilalire, un fisso connubio, con quest'ultima, la quale, non voglio rinvivere in te persona i' ricordo del tuo babbo morto schiantato. Ma rinvivere in lei femmina, per una notte, il brivido blu d'una trombata di trent'anni fa.»

    Una piccola citazione la merita anche il grande Carlo Monni, per la sua magistrale interpretazione di Bozzone, l'amico del cuore del Cioni.

    Tutto il filone della "comicità toscana" è debitore di questo capolavoro.

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