Ieri sera, assolutamente per caso, mi è capitato di ritrovare su un canale francese La vie est un long fleuve tranquille (La vita è un lungo fiume tranquillo) di Etienne Chatiliez (1988). Avevo un bellissimo ricordo del film. Sapevo soprattutto di aver riso tantissimo, guardandolo la prima volta al cinema. Per un attimo, riconoscendolo, ho avuto paura dell’effetto “invecchiato male”. Ho buttato un occhio un po’ distratto all’inizio, come se stessi pretendendo di non fare sul serio, ma alla prima scena divertente, bum, mi sono messa comoda sul divano a guardarlo davvero.
Scoprendo, con piacere, che non aveva preso neanche una ruga.
Meet the Groseilles |
Meet Les Quesnoy (e il prete!) |
Lungo fiume a parte, il regista è diventato famoso con Tatie Danielle (Zia Angelina), Le Bonheur est dans le Pré (La felicità è dietro l’angolo) e, in tempi più recenti, con il film Tanguy, storia di due genitori disperati che non riescono a “liberarsi” di un figlio già adulto che si rifiuta di lasciare casa ed andare a vivere per conto suo.
Evidentemente, Chatiliez parla di qualcosa che deve conoscere molto bene, perché è davvero efficace, davvero “dal di dentro” questa sua sistematica, quasi scientifica vivisezione dei danni e delle miserie della classe agiata francese nascoste dietro strati di perbenismo e finta perfezione (con una bella stoccatina qua e là alla religione cattolica). Il regista sembra infliggere questa punizione con una gioia ed un senso di liberazione che ha tutta l’aria di essere la vendetta assumée di un ragazzino nei confronti di una famiglia soffocante. Probabilmente la sua.
Momo, il ragazzino sulla destra: un giovanissimo Benoît Magimel |
M. Jean Le Quesnoy (André Wilms) e Mme Le Quesnoy (Hélène Vincent) |
La vita, a quanto pare, non è un lungo fiume tranquillo per nessuno!
p.s. Vi lascio con questo simpatico karaoke "parrocchiano" che, ne sono certa, non mancherà di ispirarvi tante cose belle!
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