Qualche anno fa, al museo The Eye di Amsterdam, ho trovato questo meraviglioso poster del film Banshun (Late Spring) di Yasujiro Ozu, con una foto in bianco e nero di Setsuko Hara che sorride, una tazza di té poggiata sul tavolo davanti a lei. L’ho appesa nel mio soggiorno, dove faccio colazione, e vedere quel sorriso luminoso ogni mattina mi fa pensare che il mondo sia un posto davvero bello:
Nelle ultime due settimane, lo ammetto, qui a Parigi si fa un po’ fatica a crederci, che il mondo sia un posto bello.
E adesso che Setsuko Hara ci ha lasciato, ancora di più (per la verità l’attrice è mancata lo scorso 5 Settembre, ma la notizia è stata data solo il 25 Novembre).
Nata nel 1920 a Yokohama, Setsuko Hara è diventata famosa grazie a due film interpretati per Akira Kurosawa ma, soprattutto, per la sua lunga collaborazione con il regista Yasujiro Ozu. Alla morte di quest’ultimo, nel 1963, la Hara si è ritirata dalle scene e se ne è andata a vivere sola (non si è mai sposata) a Kamakura, rifiutando qualsiasi intervista e qualsiasi fotografia. Non a caso è stata definita la "Greta Garbo Giapponese".
Come una vera diva degli anni ’50, ma con uno stile tutto nipponico, si è eclissata dal mondo, lasciandoci in eredità i suoi meravigliosi ruoli di figlia (prima) e madre (poi) nei film di Ozu. L'eleganza con cui cammina a piccoli passi sul tatami delle case in stile tradizionale giapponese, il modo assolutamente irresistibile di sorridere, reclinando leggermente la testa di lato, il timbro dolcissimo di voce, me fanno un'icona di bellezza senza tempo e senza rivali:
L'altra sera mi è venuta voglia di rivedere Akibiyori (Late Autumn), che mi sembrava il film perfetto considerata la stagione e la malinconia di questo periodo, e infatti lo era.
Ogni inquadratura di Ozu è una piccola magia, un quadro dal nitore e dall'essenzialità risplendenti, dove ogni oggetto sembra trovare la sua ragione d'essere, la sua collocazione più intima e sincera.
E non ho potuto fare a meno di pensare che quando quello che ci circonda appare brutto, meschino, insensato, brutale, basta regalarsi - non dico tanto - 10 minuti di inquadrature di Ozu.
Meglio ancora se illuminate dal sorriso di Setsuko Hara.
E passa la paura.
L'unico antidoto possibile contro il male assoluto.
La vera bellezza che salverà il mondo (se siamo ancora in tempo...)
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