Ci sono registi di tutti i tipi, là fuori.
Ci sono quelli classici, quelli alternativi, quelli impegnati, quelli che odiano l'umanità, quelli che la amano, quelli poetici, quelli crudi, quelli sentimentali, quelli freddi e poi ci sono quelli che non sai in quale categoria mettere.
Quelli particolari.
Così particolari che ti chiedi da dove siano usciti fuori. Ma da dove arrivano? Da questo pianeta? Da Marte? E per quale pubblico fanno i loro film?
A questa categoria appartiene senza alcun dubbio, di diritto, il regista portoghese Miguel Gomes.
Diventato famoso nel 2012 per quella meravigliosa e strana creatura che portava il nome di Tabu, uno dei film più incredibili degli ultimi anni, Gomes è tornato a far parlare di sé all'ultimo Festival di Cannes dove ha presentato - alla Quinzaine des Réalisateurs (ed erano in tanti a dispiacersi che non fosse in concorso) - il suo ultimo lavoro: As mil e una noites.
Film fiume di 6 ore, liberamente ispirato alla struttura dei racconti delle Mille e una Notte, esce in sala diviso in tre parti: L'inquieto/Il Desolato/L'Incantato. Qui in Francia ha ritmato la nostra estate: il Volume 1 è uscito a Giugno, il Volume 2 a Luglio, e il Volume 3 è in sala da pochi giorni.
Volendo raccontare la grande crisi economica che ha colpito il Portogallo in questi ultimi tempi, Gomes tre anni fa dà vita ad un progetto unico ed ambizioso: lui stesso e alcuni suoi collaboratori si mettono a viaggiare per tutto il paese alla ricerca di storie che parlino di crisi, mancanza di lavoro, sofferenze derivate dalla restrizione economica a cui il governo portoghese costringe la popolazione per uscire dall'impoverimento generale.
Una volta raccolte queste storie, però, Gomes non sa più come metterle insieme, come farle "parlare". Sino a quando un bel giorno pensa alle Mille e una Notte, e gli viene l'assurda quanto geniale idea di raccontarle sotto forma di fiabe, proprio come nel libro.
Il risultato è... eh, come posso spiegare?
Il risultato è un film unico al mondo. Se avete voglia di avere un'esperienza metafisica (ogni tanto succede, al cinema, e a Zazie piace molto), questo è il film che fa per voi. Armatevi di pazienza, la visione non è delle più semplici, il ritmo è bizzarro, le storie a volte lente, ma lasciatevi trascinare, e non rimarrete delusi.
C'è davvero di tutto in questi tre volumi.
Storie tristi di cantieri che chiudono, di gente che perde il lavoro, di palazzi di periferia dove le persone fanno fatica ad arrivare alla fine del mese, ma anche storie assurde e divertenti, storie bellissime di umanità varia, di solidarietà, di amore, di speranza.
E ci sono cose assolutamente incredibili: balene che esplodono, galli che parlano, alberi che dicono delle cose, cani che vedono il loro fantasma, storie d'amore raccontate mentre scorrono immagini di una manifestazione, gente che appicca fuochi per gelosia, gare assurde di canto degli uccellini, tribunali dove si delibera all'aria aperta di notte e si giudicano delle storie grottesche, ladroni arabi che ballano la breakdance.
Ecco, non so se ho reso l'idea.
Su tutto e tutti, benché all'inizio in un breve e buffo cameo il regista (lo stesso Gomes) scappi spaventato all'idea di quello che sta combinando, vigila l'occhio curioso e incantato di chi queste storie le sta filmando. Gomes sembra avere una sensibilità pura e fanciullesca, sembra essere il primo a stupirsi di quanto sta raccontando, ma anche il primo a crederci, incondizionatamente. Per questo motivo le sue Mille e una Notte sprigionano una vitalità incontenibile, un fiume in piena che si riversa sullo spettatore e sembra letteralmente inondarlo, circondarlo, affascinarlo. Il risultato, sorprendente, è il ritratto di un popolo colto in un momento in divenire. Come se Gomes riuscisse a fare una fotografia di tutti i portoghesi. Del loro smarrimento e della loro forza. Del loro subire la crisi ma anche della loro voglia di riscatto.
Personalmente, ho trovato il Volume 2 un vero capolavoro. Le storie degli abitanti di un palazzo della periferia di Lisbona mi hanno preso il cuore. Raccontate in modo crudo e allo stesso tempo poeticissimo, senza una sbavatura, senza la minima ridondanza, e con momenti di pura magia, come il rap che canta un ragazzo nella sua stanzetta.
Ibrido di documentario, fiaba e finzione, gioco di scatole cinesi in cui gli attori (ci sono quasi tutti quelli di Tabu) ritornano varie volte in ruoli differenti, questo film è un portento, una forza della natura, un incantevole delirio.
C'è questo dialogo tra Shahrazad e suo padre nel Volume 3:
- Dove nascono le storie?
- Nascono dai desideri e dalle paure degli uomini.
- E perché esistono?
- Per aiutarci a sopravvivere.
Io penso che il film di Gomes faccia pure qualcosa di più: ci aiuta a vivere. Nel migliore dei mondi possibili. Quello della finzione, del cinema, delle mille e una notte, appunto.
E se non ci credete, andate a vederlo con i vostri occhi.
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