giovedì 31 gennaio 2013

In case I forget

Read in today's Télérama:
"27.000.000 it's the number of people who every year go to the movies in Paris. With 376 screens (of which 150 independents and 89 classified d'art et d'essai), France capital city can proudly proclame to have a cinema network with no rivals in the world. The parisiens can choose among 450-500 movies to see every week. If this is not luck...!"
Just in case I forget how lucky I am to live here...



domenica 27 gennaio 2013

Invading the Vintage

Vi ricordate il mio post di poche settimane fa sugli Alternative Movie Posters di Stefano Reves Spalluto?
Ecco, quello è stato il primo di una piccola serie che vorrei creare per dare spazio ad amici talentuosi o anche semplicemente a persone sconosciute scoperte per caso, che fanno cose interessanti legate al cinema.
Oggi è la volta di un carissimo amico, Franco Brambilla, che da anni porta avanti un progetto che mi ha sempre molto incuriosita e divertita, quello di Invasione del Vintage!
Di cosa si tratta? Ve lo faccio spiegare direttamente da lui: 
Il progetto Invading the vintage è iniziato nel 2007 e il suo motto è: simpatici alieni invadono le cartoline del nonno. Con il tempo si è evoluto e le cartoline del nonno hanno cominciato ad essere invase non solo da alieni, razzi e robot di fantasia ma anche da personaggi, astronavi e mezzi vari (più o meno noti) del cinema e della tv degli anni '60/70/80... UFO, Dr Who, Spazio 1999 ma anche Barbarella, Robocop, Ritorno al Futuro, Goldrake e naturalmente Guerre Stellari. Da vero nerd 45enne cresciuto davanti alla tv che nei favolosi anni '70 traboccava di prodotti di "fantascienza varia" è naturale e molto divertente progettare nuove invasioni e per il momento non ho intenzione di smettere. Le cartoline vintage sono da sempre stata una mia passione e ne ho raccolte centinaia nei mercatini in Italia e in giro per il Mondo, le figure e gli oggetti che le invadono sono modellate con programmi 3d che li ritraggono tenendo conto della prospettiva e delle ombre della cartolina su cui saranno inseriti... una volta ottenuto il collage tra figure 3d e fondale della cartolina il tutto viene ridipinto per amalgamare meglio i pixel delle cartoline e quelli degli oggetti digitali. Per gli amici ma anche per le mostre a cui partecipo stampo su carta giclee 100% cotone tirature firmate e numerate che incornicio usando cornici recuperate da solai, cantine e mercatini per non perdere l'effetto "quadretto della nonna".
Avendo condiviso fin da subito le immagini sulla rete alcune di esse sono diventate molto popolari e "invading the vintage" è stato ospitato su molti blog e riviste online. 
In Francia ha partecipato alla mostra collettiva "Futur Anterieur" tenutasi alla Galerie Du Jour Agnes B. e Invading è l'unico progetto italiano (su cento selezionati) ad essere entrato a far parte della prima raccolta di Geek-Art: "Geek-art Une Anthologie" di Thomas Olivri. Da quest'anno grazie alla stampa "on demand" sto iniziando a raccogliere le immagini in raccolte e calendari visionabili qui:
Io ho sempre trovato deliziose queste buffe invasioni, tanto più che Franco mette insieme le mie due grandi passioni: il cinema e il vintage. Adoro anche i suoi titoli: Jurassic Riviera,  Millenium Honeymoon, Aliens and Priest. Insomma, non vi resta che partire all'affascinante scoperta di questi mondi paralleli e simpaticamente rétro.
Bon Voyage!

domenica 20 gennaio 2013

Audrey For Ever!

There is a scene in Manhattan by Woody Allen, where the main character (played by Allen himself) is having a discussion with a friend, and this friend accused him: "Who do you think you are? God?
And Woody replied: "Well, I've got to model myself on someone". 
Today, it is the 20th death anniversary of the woman I always wanted to model myself on: Audrey Hepburn
Since she became an icon in all these years, we are used to see her face everywhere, on posters, pictures, book covers, advertisements, mugs, bags, and other silly objects, but we don’t have to forget what she really was: a beautiful, inspiring, talented, smart, witty, classy, good hearted, adorable person.

It is very rare to read something nasty about her. 
Apparently, she didn’t just look lovely, she was entirely lovely, outside and inside.
Audrey Hepburn didn’t have an easy childhood: she was raised in Holland during the Second World War, she suffered hunger, she was abandoned by her father, but all this didn’t prevent her to embrace life as it was, to do the things that she really wanted to do.
She was special, this is undeniable.
I loved everything about her and I think she was the most beautiful and most elegant woman who ever walked on planet earth. 
Even when she was aging, her class, her smile, her style, kept being incomparable:
There are so many amazing pictures of her that it is impossible to choose just few, as I had to do for this post, but I especially like the ones taken the night she received an Oscar for her role in Roman Holidays by William Wyler in 1953.
Her slim silhouette, her magnificent but simple dress, her tears of joy:

I will always miss you, Audrey!

martedì 15 gennaio 2013

Une Liaison Pornographique

Non so quale sia per voi, ma per me il lavoro domestico di gran lunga più insopportabile è stirare.
L’unico aspetto che lo rende un po’ meno tragico, è che si può fare mentre si guarda la TV. Di solito, ne approfitto per rivedere dei vecchi DVD (perché, diciamolo, stirare e guardare un film non è facilissimo). Ieri sera, dal momento che mi toccava l’ingrato compito, ho deciso di vedere che cosa offriva il palinsesto televisivo. Arté, che non delude mai, stava trasmettendo La Nuit Américaine di Truffaut. E che ve lo dico a fare che, nonostante conosca i dialoghi a memoria, non sono più riuscita a cambiare canale?
E ho fatto proprio bene, perché dopo quella meraviglia, ho scoperto che c’era in programma Une Liaison Pornographique, di Frédéric Fonteyne (1999).
Questo film lo avevo già visto (e già molto amato) quando era uscito nelle sale italiane, ma ero curiosa di rivederlo: come sarà - mi chiedevo - dopo tutti questi anni? Invecchiato? Meno bello? Meno speciale di quanto ricordi? La risposta sta tutta in questa constatazione: ho iniziato a guardarlo e ho smesso di stirare. Immediatamente. Perché il cinema, quando è bello, va visto bene, in silenzio, al buio - possibilmente di una sala cinematografica - ma se si è a casa, almeno non alla luce di un ferro da stiro!

Parigi, inizio anni ‘90. Un uomo ed una donna (non sapremo mai i loro nomi) si incontrano ogni settimana in un caffè per poi andare in un hotel a fare sesso. L’uomo ha risposto ad un annuncio della donna su Minitel (ecco l’unica cosa veramente datata del film!). La donna vuole dare vita ad un suo fantasma sessuale (non sapremo mai quale), e l’uomo è interessato a soddisfarla. Dopo una serie di incontri puramente sessuali, i sentimenti si immischiano alla vicenda, per la quale non è previsto il lieto fine. Il film è ricostruito attraverso dei flash-back, basati sui racconti incrociati dell’uomo e della donna che sembrano rispondere, anni dopo e separatamente, alle domande di un interlocutore per un documentario, ma di cosa si tratti e chi è l’intervistatore non lo sapremo mai: la sua presenza si limita ad una voce fuori campo. 
Ammettiamolo, ci sono cose per cui i francesi ci sanno proprio fare. 
In un certo tipo di cinema, quello fatto di quasi niente (si sa, i film in cui succede poco sono un po’ la mia passione), di dialoghi scritti benissimo, atmosfere appena accennate, sottotesti suggeriti, mise en scène in cui nulla è lasciato al caso, che volete che vi dica, sono proprio imbattibili. E spesso hanno anche meno paura degli altri, su certe cose. In Italia e nei paesi anglosassoni, per dirne una, il titolo del film è stato cambiato: Una relazione privata, per quello nostrano, An Affair of Love per gli inglesi. Significa proprio nascondersi dietro un dito, non vi pare? (eh, potere della censura preventiva). I francesi su questo sembrano andarci giù molto più tranquilli: se la relazione è pornografica, pornografica sia. Il che, ovviamente, non significa che il film sia porno. Tutt’altro. Ogni volta che l’uomo e la donna arrivano all’hotel, quello che fanno rimane nascosto dietro una porta che si chiude, le uniche scene di sesso che vengono mostrate (queste sì senza nascondere nulla, ma con eleganza assoluta) sono quelle in cui la coppia decide di fare l’amore “normalmente”.
La coppia in questione è quella formata da due attori di gran classe: Nathalie Baye, una delle più brave attrici francesi (che non a caso per questo film ha vinto la Coppa Volpi al Festival di Venezia 1999), e Sergi Lopez, un catalano naturalizzato francese che negli anni si è costruito da queste parti un’ottima carriera. Se il film funziona così bene, lo si deve soprattutto a loro. Perché è una storia che si legge e si interpreta sulle espressioni del loro volto, su dettagli minimi, su pochi e precisi gesti. Finito il film, andando a sbirciare nelle biografie dei due attori, mi sono resa conto con grande sorpresa che hanno ben 17 anni di differenza. Sarà che la Baye a 51 anni ne dimostrava 10 di meno, e Lopez forse qualcuno in più dei suoi 34, ma sta di fatto che nel film questo argomento non è mai minimamente accennato (in altri paesi sarebbe stato, ne sono certa, argomento di dibattito “cougar”).
Qui, semplicemente, ci sono un uomo ed una donna che cercano la stessa cosa, e forse la trovano, ma sono troppo spaventati per poterlo ammettere a loro stessi, figurarsi all'altro.
E' strano vedere lo stesso film a tanti anni di distanza. 
Ci si rende conto di capire delle cose che all'epoca ci erano sicuramente sfuggite. Io quasi non ricordo chi fosse la me stessa che si è seduta al cinema 14 anni fa, ma di sicuro quella che l'ha guardato ieri era un'altra persona, con un vissuto che fa tutta la differenza. Quel finale che all'epoca mi era sembrato tanto triste, e così improbabile, oggi mi sembra la cosa più normale del mondo, mi sembra persino inevitabile. 
Ognuno ha i suoi metodi per capire quanto si è diventati grandi. 
Io, tanto per cambiare, ho il cinema. 

lunedì 7 gennaio 2013

Top 10 of 2012

At the moment, everywhere, in magazines and on the net, it's raining TOP 10 movies of 2012.
I'm always curious to see which are the favourite films of other people, and I'm intrigued by the different points of view. Usually, I express my preferences in February, at the time of my award, the Zazie d'Or, but so many friends asked me about this that I decided to publish my Top 10 List now. 
In fact, I think it is a good idea, first because it is quite difficult to reward all the movies I have loved in one year, and also because I don't always have time to write about certains movies I adored. 
So, this could make some justice to them.
Here they are, Zazie's favourite 10 movies of 2012:

1. DE ROUILLE ET D'OS by Jacques Audiard (France)
2. LAURENCE ANYWAYS by Xavier Dolan (Québéc)
3. TABU by Miguel Gomes (Portugal)
4. CESARE DEVE MORIRE by Paolo & Vittorio Taviani (Italy)
5. OSLO, August 31st by Joachim Trier (Norway)
6. THE DEEP BLUE SEA by Terence Davies (UK)
7. LE SOMMEIL D'OR by Davy Chou (France/Cambodia)
8. TYRANNOSAUR by Paddy Considine (UK)
9. JAGTEN by Thomas Vinterberg (Danemark)
10. BULLHEAD by Michaël R. Roskam (Belgium)
And since I'm making lists, here's a short one of the movies that really really got on my nerves this past year:

1. THE GIRL WITH THE DRAGON TATTOO by David Fincher (USA)
2. AMOUR by Michael Haneke (France/Austria)
3. HOLY MOTORS by Leos Carax (France)
Sorry, guys, I didn't get your movies. I didn't get them AT ALL!!!

And you, dear readers, which are your favourite movies of last year?

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